Abstract

Il tempio rinascimentale dove pregavano i malati di peste
All’epoca della costruzione del Lazzaretto di Milano, edificato alla fine del XV secolo, fu costruito un altare di modeste dimensioni, in modo tale che le liturgie sacre e le funzioni officiate potessero essere agevolmente viste e sentite dai malati presenti in qualsiasi punto del Lazzaretto. A seguito della grande epidemia di peste del 1576, l’arcivescovo Carlo Borromeo diede incarico al proprio architetto di fiducia, Pellegrino Tibaldi, di costruire un nuovo edificio di culto sul luogo del precedente. Venne costruito così il presente edificio, un’edicola a pianta centrale, di forma ottagonale, aperta su tutti i lati. Un edificio dalle proporzioni eleganti, che usa materiali pregiati e utilizza anche degli stratagemmi prospettici che accentuano la visibilità dell’officiante da lontano. L’edificio continuò a svolgere la sua funzione per tutto il XVII secolo, finché, nel 1797, a seguito della conquista francese del ducato di Milano, il Lazzaretto fu destinato a scopi militari. Durante il XIX secolo il recinto del Lazzaretto venne destinato ad usi agricoli e di abitazioni private di contadini, fino all’acquisto da parte della Banca di Credito Italiano che ne decise la demolizione e la lottizzazione dell’area. Il tempio fu risparmiato dalla demolizione. E a seguito del restauro in occasione del quale fu ricostruita la cupola, venne riaperto al culto nel 1884 con la dedica attuale al Santo che ne volle la costruzione. Nel 2017 è stato completato un radicale restauro, per riportarla allo splendore iniziale, grazie alla generosità della Fondazione Rocca.
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