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Abstract

La chiesa “mutilata” dal Cassaro
La chiesetta attribuita ad Antonello Gagini (che però morì nel 1536 senza riuscire a completarla) fu voluta da alcuni facoltosi notabili del tempo per ricordare un evento miracoloso: in preda alle tempeste, le triremi sembravano destinate al naufragio ma la leggenda racconta che la Madonna apparve e condusse le navi alla foce dell’Oreto, appunto un “portosalvo”. Dopo la morte di Gagini, l’incarico di completare la chiesa fu affidato dalla Pia Congregazione dei notabili all’architetto genovese Antonio Scaglione, “maestro dammusaro” (specializzato nella costruzione di volte) che ideò le coperture a crociera della nave centrale e una magnifica volta stellare. La chiesa venne “tagliata e mutilata” nel 1581 quando il Senato deliberò il prolungamento del Cassaro fino a mare. Sono superstiti i portali di scuola gaginiana, un artistico altorilievo della Vergine con in braccio il Bambino e, sullo sfondo, due velieri in mezzo a una tempesta. L’ingresso oggi avviene da una delle cappelle laterali, scendendo un paio di gradini, visto che il piano di calpestio della chiesa risulta più basso della strada. Ma la sorpresa è all’interno: entrando ci si trova davanti ad un’inedita prospettiva, ti aspetteresti di trovare sullo sfondo la zona absidale, invece si ha l’impressione di aver perso l’orientamento. Ospita bellissime opere d’arte, trittici e statue, e tele di scuola novelliana. Oltre a una fontana gaginesca in marmo grigio di Billiemi, la cosiddetta “fontana della Doganella” che, rimossa nel dopoguerra, è rimasta per molto tempo nei magazzini del Comune e soltanto a metà degli anni 70 è stata ricollocata.
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