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324 Via Vittorio Emanuele

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Abstract


Arredi e mobili d’epoca nella sede nata nell’Ottocento

 Tante le famiglie di ottici a Palermo, pochi hanno mantenuto la vecchia sede. Ognibene è uno di questi. A dimostrare la “storicità” dell’attività c’è un attestato di benemerenza che Giuseppe Ognibene ha ricevuto a Firenze in occasione del primo centenario dell’attività di ottico che fu iniziata dal nonno nel 1877. Oggi l’attività è arrivata alla quinta generazione, curata dal figlio di Giuseppe, Pierluca, e dalla moglie, ma nel piccolo negozio al Cassaro pezzi degli arredi e mobili d’epoca riportano a un nobile passato: dalla cassettiera in legno al mobile porta lenti che si scorge in vetrina, con su incise le iniziali del proprietario originario, che si chiamava anche lui Giuseppe Ognibene. Quando si entra, ci si poggia su un banco antico in legno, con il vetro a vista, dove si intravedono occhiali antichi, monocoli, strumenti ottici di precisione e antichi binocoli. Tutto targato fine ‘800-inizi ‘900.

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ex pustorino 1.jpg
Via Maqueda, 180, Palermo, PA, Italia 0.08 km

Il negozio-opera d’arte rinato come pasticceria

È un negozio-opera d’arte, con i pannelli in legno disegnati da Ernesto Basile, i mobili Ducrot, le pareti affrescate, l’insegna originaria con la scritta in corsivo. Lo aprì Pietro Pustorino alla fine dell’Ottocento e per 130 anni è rimasto intatto, ambasciatore di uno stile di abbigliamento inglese, riservato agli uomini.  Fornitore della Real Casa Savoia, ha avuto tra i clienti un lungo catalogo di personalità: da Tommaso Marinetti, che si fece confezionare un panciotto con le mani disegnate all’altezza delle tasche, a Raimondo Lanza di Trabia, dal duca d’Aosta ai Florio.  Alla morte del titolare, Natale Pustorino, nel 1996, il negozio viene affidato al suo collaboratore prediletto, Gaetano Pizzo. Nel 2015, la chiusura. Il locale adesso ha riaperto, ma in una nuova forma: i titolari del bar Costa infatti, hanno deciso di portare qui i loro dolci apprezzati da mezzo secolo nel bar di via D’Annunzio.

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Via Maqueda, 172, Palermo, PA, Italia 0.09 km

Insegna e decorazioni Liberty, un pezzo di storia della città

Nel 1854 a Palermo esistevano quindici librerie, tutte ubicate lungo l’attuale corso Vittorio Emanuele, a eccezione del libraio Decio Sandron di piazza Marina e di quella gestita dai fratelli Pedone (Luigi e Gaspare) in via Maqueda. Intorno alla fine del secolo, i fratelli Pedone, meglio conosciuti come Pedone Lauriel, separano la loro attività, gestendo in modo autonomo le librerie che possedevano. A Giuseppe va quella di via Maqueda, la Agate, che in seguito cambierà gestione, passando alle Librerie Italiane Riunite delle Messaggerie Italiane, con il nome di Libreria Dante e infine a Flaccovio. Nel 2013 la chiusura. Oggi quel memorabile locale, la cui insegna originaria è stata lasciata intatta e le cui decorazioni parietali sono state mantenute, ospita Bisso Bistrot, un ristorante in cui si possono gustare piatti della tradizione siciliana.

pantaleone 3.jpg
Via Vittorio Emanuele, 293, Palermo, PA, Italia 0.1 km

Abiti talari, offertori, rosari Da un secolo tutto per il clero

La ditta Pantaleone nasce nel 1905, anno in cui Giuseppe, il suo fondatore, sarto ecclesiastico itinerante, originario di Villalba, decide di smettere di attraversare la Sicilia per soddisfare le esigenze del clero e di aprire il primo punto vendita.  È solo nel 1919 che il sarto nisseno si trasferisce a Palermo con la famiglia, e, proprio nel palazzo nobiliare in cui va a vivere – racconta il nipote Domenico, oggi gestore dell’azienda – crea la propria bottega. Il 1938 è un anno di svolta perché Giuseppe lascia l’attività di sarto per dedicarsi alla vendita, aprendo la nuova sede in corso Vittorio Emanuele, ampliando la gamma di articoli in vendita, da quel momento inclusiva di oggetti di arredamento sacro, quali statue, brocche, rosari e piatti offertoriali.  Nel corso degli ultimi venti anni l’impresa è diventata un riferimento per il clero, con commesse in tutta Europa, a Sidney, a New York.

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Via Maqueda, 263, Palermo, PA, Italia 0.17 km

Vestiti, scarpe, borse Ecco il tempio del vintage

Oggetti, borse, vestiti, gioielli e accessori vintage abitano qui. Le grandi vetrine campeggiano su via Maqueda, lanciando un accattivante viaggio a spasso nel tempo, quando era ancora possibile rovistare in una soffitta e trovare un tesoro dimenticato. Perchè tra calzature antiche e moderne, o di modernariato, c’è il pezzo d’arredo o il gioco da tavola anni 70 che ha fatto la gioia di pomeriggi spensierati. I vestiti sono disposti in un caos armonioso tra lampade d’epoca, porcellane, scarpe, e di tutto un po’. Le scarpe sono tutte originali e non usate, scovate in depositi o in magazzini che custodiscono piccoli tesori, spesso anche di marce blasonate. L’importante è entrare senza guardare l’orologio. Per tornare bambini, o fare un viaggio nel passato, giocando con la moda.

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Salita Castellana, 8, Palermo, PA, Italia 0.18 km

Gioielli a traforo e macramè nell’ex cappella del Palazzo storico

 

Nel locale che ospitava l’antica cappella dello storico palazzo dei Crociferi, legato alla Chiesa di Santa Ninfa, Cristina Buccellato e Dario D’arpa disegnano gioielli realizzati a mano con la tecnica del traforo. I materiali utilizzati sono ottone, alluminio, rame ai quali spesso viene accostato il macramè, una tecnica portata in Sicilia dagli arabi dove la trama è fatta di nodi che creano un disegno. Qui invece si accosta a gioielli in metallo, dall’effetto moderno e colorato. Intorno si alternano le creazioni di altri artigiani Alab che lavorano  il legno e realizzano accessori in stoffa. L’intera bottega è decorata con motivi che riprendono i quattro elementi della natura, per simboleggiare l’utilizzo di materiali legati alla terra e l’uso delle forme in divenire nei processi di trasformazione. Il nome, “Arteficium”, è un tributo al modo di trasformare in arte il lavoro manuale, guardando al futuro.

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Via del Ponticello, 41, Palermo, PA, Italia 0.18 km

“Dal letame nascono i fior” Ecco gli eco-monili di Valeria

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, cantava De Andrè in Via del Campo. Un adagio che è diventato il motto di Valeria Leonardi, friulana innamorata di Palermo che realizza eco-monili. Vinile, polistirolo, carta, vetro, corde, lana, Pet, cd: tutto ciò che può essere scambiato per materiale di scarto o usa e getta nelle sue mani acquista una seconda vita. Non a caso, il nome della sua bottega è preso in prestito dallo spagnolo “Basura”, cioè spazzatura. E in quello che una volta era il cuore del quartiere ebraico, in via del Ponticello, avviene un piccolo miracolo quotidiano: quei materiali recuperati dal mercato di Ballarò diventano orecchini, bracciali e collane da indossare. Pinze, colla, martello, mani e tanta pazienza i suoi ferri del mestiere. Perché è la fantasia a trasformare la “basura” in arte da indossare, con orgoglio.

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Via del Ponticello, 55, Palermo, PA, Italia 0.2 km

La bottega eccentrica dei due creativi “queer”

Un gioco di parole fra cuir, cuoio in francese, e queer, parola che letteralmente significa “eccentrico” ma in realtà riferita al movimento culturale e di opinione che rifiuta le tradizionali identità di genere. Il Quir è un laboratorio dalla forte identità in cui si realizzano borse e accessori in cuoio e pelle rigorosamente fatti a mano. Una macchina da cucire al centro del laboratorio, la sedia rivolta alla strada, come nelle antiche botteghe in cui un po’ si lavorava e un po’ si traeva ispirazione da ciò che si vedeva all’esterno. Tutto attorno borse e accessori che si contendono lo spazio insieme a ritagli di cuoio, pennelli, barattoli, specchi e stoffe maculate sulle pareti gialle. L’attenzione per la tradizione artigianale si fonde con l’attitudine alla sperimentazione e all’innovazione che caratterizza i due creativi, celebri a Palermo per le loro battaglie a tutela dei diritti Lgbt.

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Discesa dei Giudici, 42, Palermo, PA, Italia 0.22 km

Quel profumo inebriante nel cuore della città d’arte

 Maestri torrefattori da quattro generazioni, hanno fatto di quel negozio alle spalle di piazza Bellini, in pieno itinerario arabo-normanno, un punto di riferimento storico per gli amanti del caffè. Fu Giovanni Stagnitta, nel 1922, a fondare la “Torrefazione Ideal” nella vicina piazza Venezia e a trasferirla in Discesa dei Giudici, dopo l’alluvione del 1931. I locali conservano il caratteristico mobilio e due sculture lignee del maestro ebanista D’Angelo raffiguranti la filiera del caffè. La concorrenza sul mercato ha spinto l’azienda a elevare la qualità puntando su materie prime d’eccellenza, lavorando prodotti come il Kopi Luwak e il Jamaica Blue Mountain. La scrittrice palermitana Giuseppina Torregrossa ha ambientato tra quei profumi il libro “La miscela segreta di casa Olivares”. Da maggio 2017 l’azienda è “Tessera preziosa del Mosaico Palermo”.

Via Vittorio Emanuele, 231, Palermo, PA, Italia 0.25 km

La boutique vintage nella gioielleria citata pure da Pirandello

 Era una delle più antiche gioiellerie della città, citata pure da Pirandello ne Il berretto a sonagli. “Voglio che mi compriate una collana, Ciampa, una bella collana. Sapete come? A pendagli. Andate da Mercurio, il nostro gioielliere”, ordina Beatrice a Ciampa. Tutelato dalla Soprintendenza ai Beni culturali, conserva ancora gli arredi originali e le cassaforti dove venivano custoditi i gioielli. Oggi è un atelier del vintage dove abiti e oggetti fanno rivivere le stanze sulla strada e le due sale al piano di sopra.

Capi e accessori dalla fine dell’ 800 sino agli anni ’80, scelti uno ad uno, usciti da  prestigiose sartorie palermitane  (Casa Stassi e Giovanna Valenti) o da atelier di grandi stilisti uniti alla collezione di scarpe vintage nuove. Uno spazio ancora molto affascinante dove tutto sembra raccontare una storia.

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Via Venezia, 20, Palermo, PA, Italia 0.26 km

Il locale nato nel Dopoguerra dall’ex garzone di cucina

Anno 1944, nasce l’osteria “Al Ferro di Cavallo” in via Venezia, nel vecchio centro storico. Il fondatore è Giuseppe, noto come Pinuzzo, che prima lavorava in una fabbrica di cassette di legno per agrumi da esportare, spazzata via dalla guerra. Dopo il conflitto, Giuseppe divenne il garzone del ristorante alle spalle del Teatro Biondo. Mille lire settimanali la sua paga. Per arrotondare cominciò a industriarsi in cucina: fagioli con sedano, fave con verdura, polpette di sarde, tutti piatti che ancora si preparano nell’odierna trattoria “Ferro di cavallo” dalle pareti rosse, di cui è titolare dal 1980 Franco Ciminna, figlio di Pinuzzo, con i suoi figli Giuseppe e Valerio. Al vecchio menu hanno aggiunto il bollito di vitello, la caldume in brodo, le polpette di carne perché “nonostante la crisi, siamo un po’ più ricchi e la carne possiamo permettercela”.

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Via Napoli, 56, Palermo, PA, Italia 0.27 km

Tisane offerte di buon mattino come ai tempi degli arabi

Nel 1938, Antonio Ciccarello, originario di Polizzi Generosa, apre l’attività nei locali del Teatro Biondo, dopo aver conseguito il diploma di erborista , primo nel Sud del Regno d’Italia. Di recente l’antica bottega è stata costretta a lasciare la sua storica ma si è spostata proprio di fronte, andando a occupare i locali che furono del noto negozio di scarpe Machì, dopo aver restaurato e adattato al nuovo uso perfino la vecchia insegna Liberty. Matteo Arrivas, attuale gestore dell’erboristeria, per il resto, ha mantenuto esattamente la tipologia, lo stile, lo spirito di un tempo: ancora adesso, come faceva lo zio Nino anticamente, offre le tisane in mescita di buon mattino, perpetuando così una tradizione – quella dell’assunzione di acque calde terapeutiche – che ha origine dagli arabi. Tra i clienti tanti anziani, soprattutto del quartiere.

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Discesa dei Giudici, 11, Palermo, PA, Italia 0.28 km

Telaio e oggetti fatti a mano per gli innamorati della carta

In vetrina campeggia una splendida pressa funzionante dell’800, dentro è un paradiso colorato per gli amanti della carta: di fianco a piazza Pretoria, lungo la Discesa dei giudici, Valeria Rosselli, tra le prime laureate in Italia a specializzarsi in Conservazione e restauro, gestisce una legatoria artigianale d’arte. Qui, tra un telaio e delle carte marmorizzate a mano, siciliani e turisti chiedono album fotografici personalizzati, biglietti di auguri, agende in pelle con diversi tipi di cuciture tra cui scegliere, sketchbook e libri con stoffe riciclate, o copertine con foto della Sicilia. I più ricercati hanno anche commissionato delle copertine in legno intagliato, come di legno sono gli arredi di Libbra, di produzione artigianale. Periodicamente si organizzano corsi di legatoria e pittura per adulti e bambini.

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Via Vittorio Emanuele, 440, Palermo, PA, Italia 0.3 km

Lettere, documenti, cartoline Qui ci si prende cura della memoria

Una lettera danneggiata, un documento storico, una cartolina particolarmente cara, ma anche foto dei bisnonni o di un tempo ormai perduto. Il passato ritrova nitidezza tra le sapienti mani di Maria Anna Giordano, che da vent’anni dirige uno studio fotografico nell’antico Cassaro, a pochi metri dalla Cattedrale, specializzandosi in restauro digitale. Anche le fotografie vivono una nuova vita grazie a questo trattamento. Attraverso l’impiego di software dedicati è possibile realizzare tutti quegli interventi inattuabili con la metodologia classica: ripristino del contrasto originale, ricostruzione delle parti abrase o mancanti, riequilibratura tonale e cromatica, recupero di dettagli e particolari altrimenti invisibili a occhio nudo. Entrare in questo piccolo negozio è come immergersi nella vita di chi non c’è più, immortalato in una eterna giovinezza.

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Via Calderai, 14, Palermo, PA, Italia 0.3 km

Gli stagnini che da 150 anni producono oggetti in rame

Via Calderai, nell’ex quartiere ebraico, è il luogo delle meraviglie metalliche in cui si può trovare un passa-pomodoro gigante e una tortiera nuziale, un pentolone per la milza e un fornello per le caldarroste, oggetti che in un modo o nell’altro si rincorrono alla memoria dei panormìti un po’ come delle icone. Da 150 anni, qui, ci sono i “ferrari” o stagnini Trapani. Un tempo era una squadra intera di quaranta operai che martellava, cesellava, tagliava. Oggi c’è Ezio Trapani con il figlio Francesco. Ha cominciato l’attività il bisnonno Francesco, poi è stata la volta del nonno Ignazio e del padre Salvatore. Per produrne una “quarara” di rame ci vuole una settimana di lavoro e costa 250 euro. Si comincia dal foglio di rame che va tagliato e poi messo al tornio, per finirlo con la stagnatura e i manici in ottone.

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Via Maqueda, 315, Palermo, PA, Italia 0.31 km

Gli articoli fiorentini nell’intatto scrigno Liberty

L’insegna è una delle poche vetrine in stile Liberty di via Maqueda, base verde con la scritta in oro. Dentro gli arredi originali in legno a tutta altezza.  Immersa nel cuore del centro storico della città, la pelletteria Di Franco risale ai primi del Novecento, come risulta evidente dall’insegna storica sulla quale campeggia il cognome e che non ha mai subito cambiamenti sin dai tempi dell’apertura del negozio. La bottega, aperta dal palermitano Francesco Di Franco, poi passata, nel 1982, nelle mani del nipote Domenico, è oggi gestita dalla figlia di quest’ultimo, Elena. La cifra che, da sempre, ha contraddistinto la pelletteria è la scelta di vendere pezzi unici di artigianato provenienti da Firenze, nota per la celebre Scuola del Cuoio di Santa Croce. Tra i vari articoli in vendita zaini, borse, valigette ventiquattrore, cinture e cappelli, tutti fatti a mano. Oggi come un secolo fa.

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Via Ballaro, 14, Palermo, PA, Italia 0.31 km

Frutta secca, canditi e spezie Qui si respira il Mediterraneo

Un luogo che esprime pienamente l’anima multietnica del mercato di Ballarò. Esposti come in un suq arabo e circondati da dipinti e simboli di Palermo, si possono trovare legumi, frutta disidratata, frutta candita, preparati per pasticceria ma soprattutto frutta secca, spezie e aromi provenienti da diverse parti del mondo: dai tipici prodotti delle produzioni siciliane, come i pistacchi di Bronte e le mandorle di Santo Stefano Quisquina, ai prodotti esotici, come le noci americane e quelle brasiliane. Nel laboratorio adiacente al negozio, Gianni Cannatella realizza personalmente la tostatura e prepara il cosiddetto passatempo: calia e semenza, ossia ceci e semi di zucca tostati. Cannatella si è recentemente dotato di una macchina di ultima generazione, ma in trent’anni di attività ha sperimentato tutte le diverse tecniche di tostatura.

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Via Lattarini, 10, Palermo, PA, Italia 0.33 km

Il piccolo laboratorio di sartoria diventato casa di alta moda

L’antico mercato arabo dei profumi e delle spezie, i Lattarini, è oggi un nuovo punto di incontro per artisti e creativi, come lo stilista Mattia Piazza. Ogni sua collezione è una narrazione che trae ispirazione da diverse discipline artistiche: dalle arti visive alla letteratura, dal design all’architettura. Abiti che nella ricercatezza sartoriale abbattono i confini tra maschile e femminile, con un occhio all’essenzialità orientale sia nel tessuto che nel aglio. L’obiettivo è far emergere la personalità di chi li indossa. L’atelier, oltre che punto vendita, è anche il luogo dove Piazza disegna e realizza le sue creazioni. Un luogo accogliente, che attira artisti, appassionati e curiosi. Da piccolo laboratorio di sartoria, Casa Preti è diventato in poco tempo una casa di alta moda, grazie all’incontro con l’architetto svizzero Steve Gallay che ha scelto di diventarne socio.

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Via Pannieri, 28, Palermo, PA, Italia 0.34 km

La gastronomia storica nel cuore della Vucciria

Nel cuore del mercato della Vucciria, in via Pannieri, dal 1934 c’è una gastronomia storica che a pranzo si popola di lavoratori e turisti: è la gastronomia fondata da Domenico Minà e oggi portata avanti dai nipoti Domenico e Francesco Paolo, praticamente cresciuti dietro al bancone. È  la tipica trattoria siciliana a gestione familiare, dove trovare una cucina casalinga, con i suoi tavoli che si riempiono presto di pietanze  fresche che fanno ingolosire anche i passanti. I due fratelli si alternano velocissimi tra decine di panini con panelle e crocchè di patate, insalate di mare, sarde a beccafico, coloratissimi piatti di pesce e verdure e primi piatti serviti anche in una saletta di fronte con qualche tavolo e posto a sedere. Alle pareti le foto storiche in bianco e nero dei proprietari, tra i clienti famosi che hanno fatto tappa qui il regista Gabriele Salvatores. È aperto solo a pranzo.

Via Maccherronai, 15, Palermo, PA, Italia 0.35 km

Aperta un secolo e mezzo fa, ora è luogo di movida

La nuova insegna “Taverna Azzurra” si lega al colore delle porte e delle pareti che caratterizza l’enoteca della Vucciria, aperta nel 1896. Sopra la nuova insegna c’è quella in marmo con il nome del primo proprietario: Maggiore. Oggi a gestirla sono Pietro e Michele Sutera, figli di Totò che più di quarant’anni fa ha rilevato l’attività. Lo stile è sempre lo stesso: i tipici vini siciliani come lo zibibbo o il sangue di Sicilia sono serviti “alla spina”. Vini, liquori e superalcolici sono esposti insieme a grandi botti di legno e alle opere d’arte lasciate dagli amici più famosi. Oggi il che mercato vive di notte, come se fosse su un fuso orario diverso dal resto della città, la taverna è il simbolo della movida palermitana che fino alle prime luci dell’alba riempie la strada fino a piazza Caracciolo con gente di ogni tipo e nazionalità.

coltelleria giovanni 1.jpg
Via Lattarini, 3, Palermo, PA, Italia 0.35 km

L’ultimo dei molitori nella bottega che ha un secolo di vita

Si molano cesoie, coltelli, forbici e se ne vendono anche di nuovi e affilatissimi da 93 anni nella bottega Di Giovanni. C’è la storia di Palermo in quella stanzetta colma di scaffali e lame di ogni misura, dove la mola di smeriglio a acqua non si ferma mai da due generazioni molto longeve. Giosuè Di Giovanni, 81 anni portati egregiamente, apre ogni giorno la saracinesca di via Grandi Lattarini all’angolo con via Roma e perpetua una tradizione destinata a spegnersi. La cominciò suo padre Giuseppe, che nel 1925 trasferì il suo negozietto da arrotino negli attuali locali, che ospitavano un’armeria. Da lì sono passati macellai, salumieri, casalinghe, pescatori subacquei. Venivano da tutta la provincia. Da qualche anno gli affari sono in calo, ma i turisti passano e si innamorano, pretendono una foto con quell’artigiano d’altri tempi.

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