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Apertura
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Indirizzo
96 Via Duomo

Biglietto
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Accessibilità
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Note
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Abstract

Il tesoro settecentesco donato dal vescovo
Il vescovo Andrea Lucchesi Palli, di nobile famiglia e di grande cultura, il 16 ottobre 1765 fondò la Biblioteca Lucchesiana “senza risparmio di fatiche né di spese”, per contribuire alla formazione di “maturi cristiani e responsabili cittadini”. Donò alla comunità cristiana un edificio di sua proprietà, adiacente al Palazzo vescovile, e tutto il suo patrimonio librario, poi ulteriormente arricchito nel corso dei secoli. Oggi la Biblioteca custodisce sessantamila volumi preziosi: manoscritti, incunaboli, testi arabi e codici miniati. Si ispira, nell’impianto progettuale, a quella di San Martino delle Scale realizzata dall’architetto palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia: pianta rettangolare, scaffalature in due ordini sovrapposti e ballatoio per la fruizione dei livelli superiori, protetti da ringhiera in ferro battuto. Un luogo di sapere e di intime meditazioni.
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Lo scrigno dei tesori della Chiesa agrigentina
Epigrafi, reliquiari, dipinti, documenti e testimonianze varie. Unaricca collezione ricostruisce la storia della Diocesi agrigentina dal XII al XIX secolo. Le sale del Museo accolgono preziosi manufatti realizzati non solo da maestranze locali, ma anche nazionali e internazionali. Tra i “pezzi” medievali più rappresentativi, spiccano l’epigrafe araba del 997,rinvenuta a Lampedusa, e l’Altarolo, un altare portatile del secolo XII-XIII, di maestranze itineranti, proveniente dalla Cattedrale. Particolarmente interessante quest’ultimo manufatto, chiamato anche “l’Altarolo dei Crociati”. A ben guardarlo, la doppia croce lamellare collocata sul retro presenta i caratteri delle “stauroteche” dei pellegrini (i reliquiari destinati a contenere frammenti del legno della Croce di Cristo) incoraggiate dagli ordini monastico-cavallereschi.